Il pericolo della Moneta Intera
di Marco Bortolin, economista
Sempre più spesso gruppi di cittadini utilizzano lo strumento dell’iniziativa popolare per modificare alcuni aspetti consolidati della nostra società. Ultima in ordine di tempo è l’ iniziativa popolare denominata “Moneta Intera” che si prefigge il compito di modificare i delicati meccanismi della politica monetaria messi in atto dalla nostra Banca Nazionale.
La nostra Banca Centrale ha il compito di preservare e assicurare lo sviluppo economico Svizzero impostando una corretta politica monetaria. La nostra costituzione prevede che la Banca Nazionale Svizzera rimanga un organo indipendente nell’interesse del paese e deve assicurare la stabilità dei prezzi tenendo in considerazione l’evoluzione congiunturale.
L’iniziativa “Moneta Intera” pone l’accento sull’attuale sistema di rifinanziamento del sistema bancario sostenendo che le banche sono in grado di aumentare la massa monetaria concedendo crediti senza avere una copertura al 100%. Ciò corrisponde in parte al vero, infatti, le banche devono mantenere una riserva minima dell’8% sui crediti concessi. A prima vista questa percentuale sembra esigua, ma va ricordato che le banche sottostanno a rigide norme che regolano la concessione di crediti imponendo un severo controllo dei rischi di credito assunti tramite la valutazione della solvibilità del cliente. Le banche si assumono quindi un rischio di credito calcolato sulle quali ricevono un compenso. Il concetto di riserve minime è uno standard internazionale e grazie a questo concetto si ottiene un effetto moltiplicatore che genera la massa monetaria globale a disposizione. Una delle prerogative del sistema bancario è l’intermediazione dei capitali, le banche sono il principale fornitore di crediti che vanno a sostegno dell’economia, dei privati e delle aziende svizzere.
L’iniziativa vorrebbe modificare questo principio imponendo alle banche di assicurare al 100% le posizioni creditizie concesse. Uno dei principali problemi dell’iniziativa è la perdita dell’indipendenza del nostro Istituto Centrale che sarebbe chiamato a partecipare indirettamente ai rischi di credito assunti dal sistema bancario limitando la sua politica monetaria poiché correlata ai rischi assunti dalle banche. Va ricordato che già oggi la Banca Nazionale è in grado di regolamentare e controllare efficacemente la massa monetaria semplicemente disciplinando le riserve minime che limitano l’effetto moltiplicatore estraniandosi, tuttavia, dai rischi assunti dalle singole banche.
L’iniziativa prevede dunque una statalizzazione del sistema creditizio limitando fortemente l’operatività del sistema bancario. Va inoltre ricordato che nell’attuale contesto economico internazionale, la Svizzera sarebbe l’unica piazza finanziaria ad adottare questo sistema imbrigliando pesantemente il suo sistema bancario che perderebbe, senza alcun dubbio, la sua competitività. Ciò causerebbe enormi costi per assicurare i propri rischi di credito penalizzando i risparmiatori che spunterebbero tassi d’interesse ancora più bassi, e generando un consistente rincaro dei costi ipotecari limitando l’accesso ai finanziamenti ai cittadini e alle piccole e medie imprese impossibilitati ad accedere al mercato dei capitali e fortemente dipendenti dai crediti bancari. Un’eccessiva burocratizzazione della politica monetaria pregiudicherebbe il sistema economico Svizzero con conseguenze negative sul sistema bancario, con una perdita di redditività e un conseguente calo dei posti di lavoro.