Le colpe del Turismo

Le colpe del Turismo
di Marco Bortolin, economista

turismoL’attrattività del turismo ticinese è in costante calo. Le statistiche parlano chiaro, i primi dati di quest’anno mostrano una riduzione delle prenotazioni del 6.7%, in particolare nel periodo estivo, da sempre considerato il cavallo di battaglia del turismo in Ticino. A questo punto determinati interrogativi sorgono spontanei.

Forse il nostro Cantone non offre un territorio originale e variegato? A dire il vero è l’esatto contrario. Il Ticino è uno dei cantoni più variegati e belli della Svizzera. In soli novanta chilometri, percorrendolo da sud a nord, si incontrano le zone collinari del mendrisiotto costellate da vigneti e casolari, si possono trovare splendide città incastonate nei laghi prealpini più belli d’Europa che offrono innumerevoli attività ed eventi. Possiamo incontrare la storia, dai castelli di Bellinzona, patrimonio dell’Unesco, ai fortini della fame, a splendide costruzioni di fine 800. Salendo ancora ci s’inerpica poi nelle maestose montagne, dove spuntano i tipici villaggi ticinesi dove pascolano le mucche e si produce un ottimo formaggio.

Forse il Ticino non dispone di sufficienti strutture turistiche? Anche questo non è corretto, il nostro Cantone propone un’ampia e variegata offerta di alberghi, ostelli, case di vacanza e design hotel. Sul territorio cantonale troviamo ben sette ristornati stellati, annoveriamo undici hotel a 5 stelle, ma si possono trovare anche incantevoli bed & breakfast, hotel familiari, sagre di paese dove gustare i migliori prodotti locali e dell’ottimo vino ticinese.

Forse c’è una scarsa offerta di attività e avvenimenti? Se andiamo a spulciare l’agenda turistica cantonale, scopriamo che vi sono un’infinità di eventi e manifestazioni, dal palcoscenico internazionale del Film Festival di Locarno, alle conferenze economiche organizzate a Lugano, passando dagli innumerevoli concerti.

Allora perché non riusciamo più a promuovere un prodotto che si vende da solo?

Se non è quindi il prodotto ad essere deficitario, forse sono i nostri metodi di promozione ad esserlo. A mio avviso la nuova configurazione degli enti turistici regionali, coordinati dall’Ente Turistico Ticinese (ETT) non è riuscita a far evolvere la promozione del nostro territorio. Il campanilismo e le scelte dell’ETT tendono a voler cercare di accontentare tutti evitando accuratamente di investire in singoli progetti locali o regionali che darebbero un’ampia visibilità al nostro cantone. Un esempio su tutti è forse il progetto Formula E, dove ETT si dimostra latitante nella sua promozione delegando l’organizzazione alla città di Lugano. Manca quindi una vera forza trainante per il settore turistico, un coordinatore che riesca a dare un impulso.

Sono convinto che in questo importante settore sia necessario investire ed essere lungimiranti; Il nostro Ente Turistico deve avere la capacità di attirare un nuovo tipo di turista che va oltre al concetto della Sonnenstube e la promozione del territorio dovrebbe essere fatta su scala globale. Il regionalismo e la mancanza di coordinazione non risolveranno le sorti di questo importante settore. Come possiamo organizzare un piano turistico decennale se ogni anno dobbiamo litigare sulle aperture domenicali? Come riusciamo a offrire la qualità se non si organizzano puntuali formazioni? Come possiamo far conoscere il Ticino all’estero se per ogni progetto si deve litigare sulla località o sulla sua organizzazione? Dobbiamo quindi riformare la politica turistica cantonale puntando sulla qualità, la formazione e la coordinazione della promozione evitando i regionalismi e favorendo l’apertura del mercato turistico. Non possiamo più permetterci di avere un Ente del Turismo latitante che non è in grado di sostenere questo cambiamento storico cadendo nel tranello di pensare di essere sulla strada giusta, solamente perché c’è un sentiero già battuto. Solo con un cambiamento di mentalità potremo risollevare le sorti del nostro Turismo.