Da quasi un mese siamo ostaggi di una nuova minaccia invisibile, il famigerato Coronavirus che impazza ormai in tutto il mondo. La risposta dei governi è stata relativamente rapida e molti Stati hanno intrapreso misure per il contenimento e il controllo della pandemia. Misure che avranno, tuttavia, un impatto economico drammatico per tutte le principali economie mondiali. Oggi leggiamo dell’allarme della IATA (International Air Transport Association) che stima una perdita di 113 miliardi di dollari. Il rischio concreto è che presto ci troveremo ad affrontare una nuova “Grande Depressione” che colpi il mondo nel 1929.
La velocità di espansione del nuovo COVID-19 è impressionante. Lo è per la sua facilità nel contagiare altre persone, si stima che ogni persona malata è in grado di infettare altri 3.2 individui, un virus aggressivo ma non particolarmente letale, infatti solo 3 malati su 100 ha conseguenze drammatiche, e la maggior parte delle persone ha conseguenze non gravi o addirittura sono asintomatiche.
Le misure prese dei governi, in alcuni casi molto drastiche, sono state attuate per evitare un collasso generale del sistema sanitario, gli ospedali sono infatti sotto strutturati per assicurare un ricovero ai pazienti che necessitano di cure. Per tale motivo si spinge a limitare la velocità del virus imponendo restrizioni a viaggi e a contatti sociali. Tale strategia non è sbagliata, ma avrà sicuramente conseguenze economiche ingenti se la lotta al Coronavirus dovesse durare per molto tempo.
È forse giunto quindi il momento di pensare ad un piano B alla lotta di questa invisibile minaccia. In tale ambito sarebbe auspicabile iniziare ad organizzare strutture ospedaliere provvisorie in grado di assicurare la cura ai malati di Coronavirus. Il nostro esercito e la protezione civile potrebbero essere un supporto valido al nostro sistema sanitario, essi sono infatti in grado di organizzare e gestire ospedali provvisori tramite il loro personale sanitario. Considerata la velocità del nuovo COVID-19 è abbastanza probabile che la maggior parte della popolazione ne sarà affetta, ma riflettendo sulla bassa mortalità del virus e la scarsa necessità di ospedalizzazione, potremo pensare che la maggior parte delle persone guarirà con una semplice quarantena a casa. Con un rafforzamento della capacità ospedaliera e la creazione di centri specializzati per la cura dei pazienti afflitti, è probabile che alcune misure eccezionali non siano più necessarie, permettendo al sistema economico di tornare alla sua efficienza naturale.