Votazioni a Paradiso – La verità offende

Il Sindaco Vismara tuona contro la città di Lugano e gli esponenti legisti del Governo Cantonale invocando complotto con il fine di forzare l’aggregazione del comune di Paradiso con Lugano. Nel corso del suo tradizionale incontro con la popolazione, Il sindaco afferma che Lugano ha manifestato il suo comportamento altezzoso e sprezzante della democrazia che caratterizza la sua arroganza. Comprendo che ormai il Sindaco Vismara sia rientrato forzatamente in campagna elettorale, ma accusare altri della mancata applicazione delle regole di base per lo scrutinio delle votazioni, mi sembra quantomeno fuori luogo. Giusto per rinfrescare la memoria è bene forse citare la sentenza del Tribunale amministrativo cantonale che ha definito il comportamento del Municipio come molto grave, affermando che non sussistono dubbi sul fatto che le operazioni di scrutinio si siano svolte in palese violazione della legge e che non è possibile escludere che i vizi procedurali abbiano in qualche mondo influito sul risultato delle elezioni. Prima di accusare gli altri, sarebbe meglio ammettere i propri errori.

Marco Bortolin
Consigliere Comunale di Lugano

Interrogazione – Chi pagherà l’errore commesso al LAC

Il noto attore e regista Alessandro Siani, ha selezionato Lugano come ambientazione per il suo prossimo Film dal titolo “Mister Felicità”. Nonostante quale disagio al traffico, è sicuramente un’ottima occasione di promuovere l’immagine della città di Lugano, inserita come location in un lungometraggio.

A mezzo stampa si è però appreso di un incidente di percorso che ha caratterizzato l’ultima giornata di riprese; la produzione aveva richiesto di poter girare alcune scene sul piazzale del LAC. Al momento di allestire la location ci si è accorti che il piazzale non era libero poiché era già iniziato l’allestimento delle impalcature per la videoinstallazione “Slow Dancing” di David Michelek. Si è quindi reso necessario smontare la struttura per permettere le riprese del film, per poi rimontarle, in un secondo momento, con un disguido quantificabile in un maggior costo di ca. CHF 100’000.–.

Alla luce di quanto esposto, vi chiedo:

  • Quanto appreso dalla stampa corrisponde al vero?
  • A quanto ammonta esattamente il maggior costo dovuto dallo smontaggio/rimontaggio degli allestimenti?
  • Corrisponde al vero che la produzione del film “Mister Felicità” aveva comunicato l’intenzione di girare le ultime scene ambientate a Lugano sul piazzale del LAC informando le rispettive autorità?
  • Vi erano state richieste particolari sullo stato in cui la piazza doveva trovarsi al momento delle riprese?
  • Vi sono altri costi in relazione alle citate riprese cinematografiche?
  • Esiste un coordinamento tra i dicasteri coinvolti nel pianificare le differenti manifestazioni che necessitano l’utilizzo del suolo pubblico?
  • Chi ha autorizzato l’inizio dei lavori per l’installazione delle impalcature nel piazzale del LAC?
  • Il maggior costo sarà allocato nei conti della città di Lugano o sarà messo a carico della fondazione LAC?
  • Quale ditta si è occupata di eseguire i lavori di allestimento? Corrisponde al vero che si tratta di una società Italiana?
  • L’errore è in parte imputabile alla ditta designata per l’esecuzione dei lavori?

Fenomeno migranti, le scelte sbagliate e gli errori dell’Europa

In questi ultimi mesi si è assistito a una recrudescenza del fenomeno migratorio, la stampa ha speso fiumi d’inchiostro per commentare l’emergenza migratoria presso i giardini della stazione di Como, trasformati in un vero e proprio campo profughi. Dal punto di vista emozionale è una situazione che non può lasciare indifferenti, tuttavia provo un certo fastidio nell’apprendere che in molti puntano il dito contro la Svizzera riferendo di respingimenti automatici. Tra questi anche personalità politiche ticinesi che non perdono tempo a denigrare il lavoro delle autorità preposte al controllo. Spesso si dimentica che In realtà il nostro paese ha una solida tradizione umanitaria. La Confederazione ha offerto asilo a decine di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo in fuga dai vari conflitti, tra cui i Balcani e il Medio Oriente. La Svizzera è, infatti, uno dei Paesi con la più elevata proporzione di stranieri, nel 2015 la percentuale si fissava al 24,6%, una delle maggiori al mondo.

Come in ogni avvenimento sociale, è sempre bene valutare la sua genesi. L’attuale fenomeno migratorio è frutto di una serie di errori commessi dall’Unione Europea. Il protocollo di Dublino obbliga, infatti, i richiedenti d’asilo a fare domanda nel primo paese europeo. Quest’accordo è chiaramente penalizzante per l’Italia che è il naturale approdo dei migranti in cerca di fortuna in Europa. In quest’ambito la vicina penisola è stata lasciata sola a combattere il fenomeno d’immigrazione di massa. Va comunque biasimato anche il governo Italiano che, per evitare di concedere asilo o di procedere a rinvii di massa sul continente africano, permette a molti migranti di non farsi registrare nei centri d’accoglienza lasciandoli liberi di recarsi al nord con la speranza che essi chiedano asilo ad altri paesi europei.

Da tempo Francia e Austria hanno chiuso le loro frontiere e la Svizzera è diventata, suo malgrado, l’unico passaggio verso nord. Già, perché è proprio il nord dell’Europa la destinazione finale di molti migranti, in particolare l’ambita Germania che, dal canto suo, ha irrigidito i controlli per opporsi all’accoglienza dei cosiddetti migranti “economici” provenienti dall’Eritrea, dall’Etiopia e dalla Somalia, diventando una delle silenti, ma principali, cause dell’attuale problema al confine Italo – Svizzero. In quest’ambito le nostre autorità non possono che applicare lo stato di diritto respingendo i migranti che vogliono recarsi in nord Europa ma che non adempiono alle condizioni d’entrata poiché privi della necessaria documentazione. Nonostante le aleatore dichiarazioni di alcuni politici ticinesi, sono pochi i migranti che depositano la propria domanda d’asilo in Svizzera, esse sono, infatti, calate del 25% tra il secondo e i primo trimestre dell’anno.

Germania, Francia, Austria, e in generale l’Europa hanno creato e fomentato il problema migratorio con delle scelte discutibili e scaricando il problema dei migranti all’Italia, Italia che dal canto suo non riesce o non vuole controllare la natura migratoria di questa povera gente. Puntare il dito contro la Svizzera è profondamente sbagliato, così come è sbagliato illudere i migranti con la scusa di aiutarli per poi complicare ulteriormente la loro situazione. Al posto di accusare le nostre autorità, che svolgono correttamente il loro compito, o di denunciare il nostro paese ad Amnesty International per i presunti respingimenti automatici, sarebbe forse il caso di chiamare in causa i veri fautori di questa emergenza migratoria, in primo luogo per lo sconcertante trattamento riservato a queste persone abbandonate a loro stesse davanti ai giardini della stazione di Como.

Marco Bortolin

Grazie per la vostra fiducia!

Ancora emozionato e felice, desideravo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno espresso la loro fiducia nei miei confronti, consentendomi di raggiungere un risultato straordinario. Essere un consigliere comunale per la nostra città di Lugano è per me un onore e una responsabilità che accetto con entusiasmo. Lugano è la città del mio cuore, dove sono nato cresciuto e dove ho costruito la mia vita. In questo quadriennio mi impegnerò affinché la nostra città possa diventare ancora più bella e forte!

Grazie di cuore a tutti!

Marco BortolinLugano-Municipio-1

Un dog park a Lugano

In Ticino ci sono oltre 28000 cani che accompagnano e rallegrano la vita di molte persone, intere famiglie e sono un aiuto a diverse persone anziane. Questi animali domestici da sempre ricoprono un ruolo essenziale nella società e ci accompagnano fedelmente in molti aspetti della nostra vita. Tuttavia, chi vive in città avrà avuto modo di rendersi conto che spesso le zone urbane non sono propriamente pensate per gli amici a quattro zampe. Da diversi anni i proprietari di cani, unitamente ad alcune associazioni, rivendicano una zona a loro dedicata, un dog park che permetta agli amici animali di correre felici e in sicurezza. A Lugano sono state presentate numerose iniziative e sono stati elaborati altrettanti progetti che, tuttavia, non hanno mai visto la luce.

Gli ostacoli al progetto sono stati essenzialmente quelli di tipo economico e di difficoltà nel reperire un luogo adatto. In realtà la volontà dei proprietari di cani è quella di trovare semplicemente delle aree debitamente recintate affinché i nostri amici a quattro zampe possano godere di un minimo di libertà e socializzare, senza guinzaglio, in sicurezza e nel rispetto dell’ordine pubblico. Nel resto del Ticino le strutture realizzate, come quella di Losone, hanno ottenuto consensi favorevoli. La creazione di un area dedicata porta numerosi vantaggi, permettere ai nostri ai nostri cani di giocare in modo libero e sicuro, migliora il loro comportamento riducendo la loro aggressività. Inoltre, si realizza un nuovo spazio per la comunità che facilita la socializzazione e permette ai proprietari di trascorrere del tempo in un luogo accessibile con i propri animali. Da troppo tempo si rimanda questo importante progetto e sarebbe auspicabile chinarsi seriamente sulla questione. Sono convinto che la realizzazione di un dog park, permetta di ampliare l’offerta cittadina ad un costo ragionevole, poiché anche i piccoli investimenti contribuiscono a migliorare la nostra città.

Marco Bortolin
Candidato al Consiglio Comunale di Lugano


per la Lega dei Ticinesi

 

Delocalizzazioni, frontalieri e speculazioni a breve termine, una fine preannunciata

Sulla scorta della recente ristrutturazione della Giorgio Armani Swiss Branch, il nuovo articolo sulla problematica delle delocalizzazioni con uno spunto per ridefinire la nostra strategia sulla promozione economica. Come di consueto aspetto i vostri commenti.

Congressi in Città, un passo indietro

La notizia del cambiamento di strategia messa in atto da Lugano Turismo in materia di congressi lascia l’amaro in bocca. Nel 2013 si è costituito il progetto MICE (Meeting, incentive, conference, exhibition) con il chiaro compito di promuovere la Città di Lugano nel lucroso ed interessante business delle manifestazioni congressuali. I presupposti erano sicuramente ottimi con una vera collaborazione tra pubblico e privato coinvolgendo, finalmente, anche gli albergatori. In questi giorni si apprende che si vuole rinunciare allo sviluppo congressuale della nostra Città a livello internazionale per concentrarsi sul mercato nazionale. A detta del direttore Stella la promozione su scala globale, o quantomeno europea, è troppo onerosa e il santo non vale la candela. Personalmente ritengo che questo cambiamento di strategia rappresenti un enorme passo indietro ed è sintomatico di una scarsa visione del concetto del turismo. Purtroppo mi sorprendo che siamo ancora offuscati dal concetto della Sonnenstube, con l’illusione che è sufficiente aspettare i turisti d’oltralpe bramosi di avventurarsi nelle soleggiate terre ticinesi.

In questi ultimi decenni, il settore del turismo si è evoluto profondamente, oggi il turista è molto più mobile flessibile, i viaggi aerei sono accessibili e il mondo si è ristretto. Pensare di concentrare le nostre risorse su un solo mercato, peraltro già saturo, ritengo sia un concetto progettuale errato. Bisogna avere il coraggio di investire e avventurarsi al di fuori dei confortevoli confini nazionali. La precedente direttrice del progetto MICE, la sig.ra Silvana Redemagni, afferma che per raccogliere i frutti bisogna seminare per tempo e lavorare sodo, bisogna avere un concetto di Città flessibile, dinamica e progettuale. Sono queste le affermazioni sulle quali costruire un serio progetto di promozione del turismo, peraltro in completa antitesi dalla presa di posizione del direttore di Lugano Turismo, il quale sostiene che la promozione all’estero costa. La Città di Lugano ha speso moltissimo per internazionalizzare la sua immagine e lentamente si assiste anche a un rinnovo dell’offerta alberghiera. Personalmente sono convinto delle chance della nostra bella Città nel competere a livello globale nell’offerta di un turismo congressuale, anzi, sono persuaso che sarà proprio questo tipo di turismo a risollevare il settore in virtù del cambiamento di mentalità del turista e nell’organizzazione di eventi.

Marco Bortolin
Economista

Il pericolo della Moneta Intera rischia di far perdere migliaia di posti di lavoro in Svizzera

Il 1. dicembre 2015 è stata depositata presso la cancelleria federale l’iniziativa Moneta Intera. Tramite la mia rubrica economica sulle pagine del Mattino della Domenica, ho voluto dare una prima valutazione sugli effetti negativi nell’aplicazione di tale concetto Un rischio per il nostro sistema bancario e un’imbrigliamento della politica monetaria della nostra Banca Centrale.

Trovate l’articolo completo “Il pericolo della Moneta Intera” nell’apposita sezione! Buona lettura e attendo i vostri commenti.

 

Anche il lusso piange

Bulgari lascerà a fine anno la storica via Nassa di Lugano. La decisione è stata presa come conseguenza al costante calo di turisti in Ticino. Anche il feudo del lusso, caposaldo dell’offerta turistica Luganese, perde i primi pezzi! Purtroppo le infinite tempistiche della politica e la latitanza dell’Ente Turistico Ticinese, rimandando a oltranza un necessario piano di sviluppo e sostegno all’importante settore del turismo. La continua lotta sugli orari d’apertura e il costante affossamento di progetti atti ad attirare nuovi turisti impediscono al settore di riprendere quota! Un vero peccato!